LOTTARE CON DIO

L’uomo lotta continuamente con l’invisibile,in questo il credente vive la sua più alta prossimità all’inquieto cercatore di Dio: si petrebbe perfino dire che il credente è un ateo che ogni giorno si sforza di cominciare a credere.

In realtà, chi crede ha bisogno di rinnovare ogni giorno il suo incontro con Dio, nutrendosi alle sorgenti della preghiera, nell’ascolto della Parola rivelata.

Analogamente si può pensare che il non credere pensoso  nient’altro sia che un credente che ogni giorno vive la lotta inversa, la la lotta di cominciare a non credere: non l’ateo superficiale, ma chi, avendo cercato e non avendo trovato, patisce il dolore dell’assenza di Dio, e si pone come l’altra parte del cuore di chi crede.

Da queste considerazioni nasce il no  alla negligenza della fede indolente,  statica e abitudinaria, come il no a ogni rifiuto ideologico di Dio, ad ogni intolleranza comoda, che si difende evadendo le domande più vere, perchè non sa vivere le sofferenze dell’amore.

E nasce parimenti il si a una fede interrogante, ad una ricerca onesta capace di rischiare e di consegnarsi all’altro,  quando ci si senta pronta a vivere l’esodo senza ritorno verso l’abisso del mistero di Dio,su cui la Sua Parola è porta.

Se c’è una differenza di marcare, allora, non sarà forse tanta quella di credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti, tra uomini e donne che hanno il coraggio di cercare  incessantemente Dio e uomini e donne che hanno rinunciato alla lotta, che sembrano essersi accontentati dell’orizzonte  penultimo  e non sanno più acendersi di desiderio al pensiero dell’ultima patria.

Qualunque atto, anche il più costoso sarebbe degno di essere vissuto per riaccendere in noi il desiderio della patria  vera e  il coraggio di tentere ad essa, sino alla fine, sulle vie del Dio vivo.

Credere sarà allora abbracciare la Croce della sequela, non quella comoda e gratificante che avremmo voluto,  ma quella umile e oscura che ci viene donata, per dare compimento  << a ciò che,  dei patimenti di Cristo manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa  >>   ( Col. 1, 24)

Crede che chi confessa l’amore di Dio nonostante l’inevidenza dell’amore,  chi spera contro ogni speranza, chi accetta di crocefiggere  le proprie attese sulla croce di Cristo, e non Cristo sulla croce delle proprie attese.

Crede chi è stato già raggiunto dal tocco di Dio e si è aperto alla sua offerta d’amore, anche se non ha ancora la luce piena su tutto.