L’ultima cena e le parole di Gesù ai discepoli: < Il primo fra voi deve farsi servo dei propri fratelli >>
Gesù consumò con gli apostoli l’ultima cena a Gerusalemme in una sala. Assistiamo alla lavanda dei piedi,all’uscita di Giuda, alla istituzione dell’Eucarestia.
possiamo chiamare questi avvenimenti teologia dei tre giorni cioè, un “cammino verso la croce “, l’ultima cena si presenta come un momento conclusivo della missione terrena del Figlio – momento delle raccomandazioni importanti e della consegna cruciale , e allo stesso tempo appare proiettata verso la partita finale, quella decisiva da cui deriva il successo della Missione: l’assunzione su Cristo di tutto il peccato del mondo e la battaglia contro la morte per la vita eterna di chi crede in Lui.
Gesù nella predicazione degli ultimi tre anni della Sua vita, predicando e insegnando ha sottolineato più e più volte da cosa riconosceranno i suoi discepoli: dall’amore che avranno gli uni verso gli altri.
Ora giunto alla conclusione del percorso, ha ancora un insegnamento da ricordare perchè sa che fra tutti è il più importante ed il più difficile; quello che nei secoli rischierà di essere dimenticato proprio dai suoi discepoli:
<<il primo tra voi deve farsi servo dei propri fratelli>>
E così pratica la lavanda dei piedi: passerà Lui da ogniuno dei dodici a lavare i piedi, perchè questo insegnamento rimanga scolpito nei loro occhi e prima ancora nel loro cuore.
L’ISTITUZIONE DELL’EUCARESTIA ( Lc. 22,19-20)
leggendo il passo Biblico sembra che questo gesto talmente vivo che sembra che ci fosse un colloquio, anzi c’è un colloquio tra il discepolo e Gesù ; se guardo in giù sotto di me: Tu sei in ginocchio davanti a me cinto con un grembiule e con il catino: << se non ti lavo i piedi non avrai parte di me>>
Se guardo davanti a me, Tu mi vieni incontro con il pane e il calice, e se volessi defilarmi, sento che dici: << Se non mangi la carne del Figlio dell’uomo e non bevi il suo sangue, non avrai la vita in te>>.
Se guardo in alto, mi colpisce il Tuo sguardo dalla Croce, e se volessi dire: << No, Signore>>, allora mi toccherà sentire :<< Via indietro da me, Satana Avversario, tu mi vuoi fuorviare!>>.
Tu esigi Signore che noi siamo d’accordo e approviamo il Tuo dolore, che diciamo di si a quest’orrore che noi ti procuriamo, ti abbiamo procurato e ancora ti procuriamo.
Perchè Tu vuoi inevitabilmente accoglierci nella Tua Passione.
Tu ci stai talmente addosso che a noi non resta altra via d’uscita.
Ma Tu non sei costretto perchè sei appunto l’amore.
L’ora della Sua Passione, del dono supremo della Sua vita offerta per la nostra salvezza, per la salvezza dell’uomo cercato e amato, chiamato a tornare alla Vita, nell’amore e nell’abraccio del Padre.
E il Maesto e Signore deponendo le sue vesti ci parla di questo amore. Si abbassa e con immensa delicatezza prende nelle sue mani i piedi dei discepoli, che sono i nostri piedi, stanchi e affaticati, sporchi, feriti dal peccato e li stringe a Sè, li avvolge nella Sua obbedienza di amore al Padre e li lava.
In questo chinarsi così in basso scopriamo il comandamento dell’amore che riecheggia come consegna, testamento e insegnamento del Maestro, amare come Lui ci ha amati.
E noi quando lo amiamo? quante volte non ci fermiamo davanti al tabernacolo o alla croce per pregare e diciamo: non ho tempo!! non ho avuto tempo !! Perdonaci Signore Gesù che ogni giorno con la nostra indifferenza ti ci allontaniamo dalla strada che porta a Te.